Il frammento di spartito musicale della cappella

Si osserva che, per la particolare inclinazione della cappella, anche i defunti del cimitero venivano ad essere, simbolicamente, persone dirette non verso il tramonto (a ovest) ma al mezzogiorno della vita (a sud), alla sua pienezza nella Gerusalemme celeste, che San Giovanni descrive nell’Apocalisse (cfr. c. 21 v. 2).

Le famiglie dei due Templari devono aver costruito la cappella verso la metà del XV secolo.

Ad essa, nell’anno 2003 i discendenti dello Schildhof di Coi hanno donato un frammento di pergamena, esso pure probabilmente del XV secolo, conservato in famiglia. Era stato utilizzato per rafforzare il dorso d’un libro del 1600, sicché già nel 1600 era stato considerato quale pergamena vecchia e inutile. Di tale riutilizzo, sui due lati verticali esterni si notano i buchetti per i quali passava lo spago di cucitura (cfr. immagine del lato A).

Non si sapeva di che parlasse questo frammento, poi s’è compreso, in base a una prima lettura e ad un confronto con una «Biblia sacra» del 1768, che si tratta del brandello d’un salterio ossia d’una raccolta di salmi, ad uso liturgico. I salmi sono:

* Al lato A: salmo 64, versetti 5 partim-7 partim, che, tradotto, dice: «[…] Beato chi hai scelto, e chiamato vicino: abiterà nei tuoi atri. Ci sazieremo dei beni della tua casa: santo è il tempio di Dio, risplendente nella giustizia. Esaudiscici, Dio nostra salvezza, speranza di tutti i confini della terra, e dei mari lontani. Sei tu che tieni saldi i monti con la tua forza, cinto di potenza: […] »;

* Al lato B: salmo 65, versetti 1-3, con un testo introduttivo non ben compreso. Tradotto, dice: «Acclamate a Dio da tutta la terra: esprimete con i canti la gloria del suo nome, dategli la gloria della sua lode. Dite a Dio: Quanto sono grandiose le tue opere, Signore; per la vastità della tua potenza, a te si piegano i tuoi nemici. Tutta la terra […] ».

Lato A […] [Beatus, quem elegisti, & assumpsisti:] inhabitabit in atriis tuis. Replebimur in bonis domus tu[a]e: sanctum est templum tuum [,] mirabile in [a]equitate. Exaudi nos Deus salutaris noster [,] spes omnium finium terr[a]e [,] & in mari longe. Pr[a]eparans montes [in virtute tua, accinctus potentia:]

Si noti l’importante accenno al Tempio!

Lato B [64] Jubilate Deo omnis terra: psalmis dicite nomine ejus: date gloriam laudi ejus. Dicite Deo [,] quam terribilia sunt opera tua Domine: in moltitudine virtutis [tu(a)e] mentientur tibi inimici tui. Omnis terra […].

In alto compaiono dei neumi, come si può intuire dalla (sfuocata) fotografia del lato B, ossia i segni dell’antica notazione del canto gregoriano; si tratta, dunque, d’uno spartito musicale.

Qualcuno potrebbe sorprendersi che in un piccolo paese di montagna si sapesse leggere uno spartito musicale. In verità, come appare da alcuni documenti, le famiglie locali avevano una loro preparazione, tanto che in ognuna c’era chi sapeva scrivere e porre la propria firma; una decadenza si sarebbe avuta solo sul finire del 1500. Le famiglie ricorrevano a un precettore, stipendiato con beni in natura, il quale insegnava a far di conto, leggere, scrivere e il canto, soprattutto patriarchino.

 Don Floriano Pellegrini

***