Vibrata protesta contro il giornale «Avvenire» sulla questione dei pseudo-migranti

Nella foto: E’ necessario saper distinguere la realtà dalle favole. 

Coi, in Val di Zoldo, 1° agosto 2018

Egregio signor Direttore di «Avvenire»,

sono un sacerdote di 62 e mi presento a Lei augurandoLe da Dio il bene di cui abbisogna, assieme a quello dei Suoi cari e dei Suoi collaboratori.

Detto questo, com’è mio dovere, devo pure manifestarLe il mio totale disaccordo, in quanto a valutazione del fenomeno migranti, dalla linea del giornale che (purtroppo, per me) Lei dirige. Trovo offensivo quanto scritto contro il ministro Salvini e sarei per pregarLa di convertirsi o, almeno, di cambiare linea, ma sono sicuro che non lo farà, essendo tutto contento e convinto delle proprie idee. Se Le tenga e se Le goda, ma sappia che, se pure rappresentasse i boss dell’episcopato italiano, non potrà mai dire, né Lei né il Suo giornale, di rappresentare la Chiesa italiana, nella quale ci sono sacerdoti come me, che la pensano in maniera diametralmente opposta alla vostra; e poi ci sollecitate tanto a mandare le nostre offerte…

Che Dio La perdoni e Le conceda, almeno prima di morire, un barlume di ravvedimento per quel Suo schierarsi tutto, di fatto almeno, in appoggio all’antropologia e al mondialismo tipici della Massoneria e dei partiti di sinistra, guarda caso sponsorizzati però dai grandi capitali internazionali, come Lei sa meglio di me!

Mio Dio, come siamo caduti in basso come Chiesa italiana!

Le rinnovo l’augurio iniziale e Le porgo quel saluto che la cortesia richiede, anche se il cuore e la mente la pensano nella maniera cui Le ho accennato.

Don Floriano Pellegrini

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