Il capodanno veneto

Articolo, del 27 febbraio 2010 (2009 more veneto), dell’Associazione Europa Veneta  (Cannaregio 2999 – Fondamenta Moro – 30121 Venezia). Il sottotitolo all’originale dice: «Nella Terra di San Marco si festeggia il bati marso per il capodanno veneto!».

Il capodanno veneto segna la fine dell’anno biologico, quando muore la stagione fredda e si rinnova il ciclo stagionale. In lingua veneta primavera si dice verta: si apre la nuova stagione, poiché a marzo la terra è già attiva nei campi coltivati.

Noi Veneti siamo una Nazione con radici antichissime, risalenti al secondo millennio avanti Cristo (Età del Bronzo), quando fiorì nel centro Europa la Civiltà di Lusazia.

I Veneti antichi erano devoti a Reitia, divinità femminile che incarnava il culto della Madre Terra, sicché può dirsi che la cultura contadina nostrana ha conservato e rielaborato quei culti ancestrali in un lungo lasso di tempo, sviluppando le proprie tradizioni senza subire cesure ad opera della romanità.

Secondo i più antichi documenti (cronache altinate, gradense e di Giovanni Diacono) un primo embrione di Stato veneto si formò come federazione tra le isole lagunari da Aquileia a Chioggia con l’assemblea dei Venetici tenutasi a Grado nel 466. Tale forma originaria si evolse nella più prestigiosa democrazia della storia, di cui ancor oggi subiamo il fascino, la Veneta Serenissima Repubblica, che durò quattordici secoli, sino all’aggressione militare condotta dal generale Napoleone Bonaparte, negli anni 1796-97. In seguito alla perdita della libertà, la memoria del nostro immenso patrimonio culturale in gran parte è andata dispersa.

Perché il capodanno veneto cadeva il 1° marzo?

La tradizione veneziana mantenne questa data come ricorrenza ufficiale in omaggio alla cultura degli antenati, quando si calcolava il passaggio dell’anno con il solstizio di primavera, mentre furono tralasciate le scadenze del calendario voluto da Cesare nel 46 a.C.; si ricordi, comunque, che nel Medioevo i diversi Stati e  le singole città spesso adottarono un proprio calendario.

Verso il Mille, Venezia introdusse una propria datazione ab urbe còndita, riferendola alla data mitica di fondazione della città, il 25 marzo 421.  Questa data aveva scarsi appoggi storici, ma interpretava il solstizio di primavera alla luce della Fede cristiana. Secondo la dottrina cattolica, infatti, in tal giorno l’ arcangelo Gabriele apparve a Maria per annunciarle il concepimento del Salvatore. Con il tempo, decadde l’usanza di contare gli anni dal 421, ma si mantenne il capodanno a marzo; era difficoltoso contare gli anni dal giorno 25, così si fece cominciare l’anno veneto dal 1° di marzo.

Per evitare fraintendimenti rispetto al calendario cristiano ordinario, le date di gennaio e febbraio su documenti e lapidi vennero affiancate dalla dicitura latina more veneto (m.v.), ossia «secondo l’uso veneto».

In tal modo, ad esempio, la data 23 febbraio 1702 more veneto corrisponde alla data generale 23 febbraio 1703 (in quanto per i Veneti febbraio era l’ultimo mese dell’anno). Da marzo a dicembre, invece, le diverse datazioni coincidevano. Con il sistema veneto i mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre tornavano ad essere i mesi settimo, ottavo, nono e decimo com’era stato fino al II secolo a.C.

Infine, un episodio di Fede. La «Madonna dei Miracoli» di Motta di Livenza apparve durante la guerra contro la Lega di Cambraj, con il dilagare degli eserciti imperiali sulla nostra terra.  Il 9 marzo 1510 la Vergine salutò il contadino Giovanni Cigana con le parole «Bon dì e bon ano!». I miracoli accaduti nei giorni seguenti, nei pressi del capitello dov’era avvenuta l’apparizione, convinsero il vescovo ed i fedeli a costruire una chiesa, che custodisce ancor’oggi i documenti originali in latino, con le testimonianze riportate rigorosamente in veneto.

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Il testo intero dell’articolo si può leggere e scaricare con il PDF al link: Il capodanno veneto  –

Il testo del PDF originario composto dall’associazione “Europa Veneta”, scaricabile al link: http://www.europaveneta.org/img/areaculturale/santi%20e%20tradizioni/Capodanno%20%20Veneto%20AGGIORN%5B1%5D.%202010.pdf , è qui apribile al link: Il capodanno Veneto (testo aggiornato al 2010)  –

Con quest’occasione, si unisce anche il testo di una lettera pubblicata sul Giornale di Vicenza il 1° c.m., apribile al link:

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3 Risposte a “Il capodanno veneto”

    1. La data del capodanno al 1° marzo, era legata al calendario delle stagioni, come anticipazione – per comodità – del primo giorno di primavera; i significati religiosi le erano stati appiccicati dopo, se mai, compiendo una forzatura (ma non mi risulta gli avessero appiccicato nulla). La data del capodanno al 1° gennaio, invece, come giunta a noi è invece a forte connotazione cristiana, in quanto si è fatto partire da lì il tempo, ossia la conta degli anni, “dopo Cristo”. Tant’è però, ormai è così. E’ sufficiente prendere i calendari per quel che sono, come delle tradizioni consolidate per contare lo scorrere del tempo, tutto il resto –
      dimensioni civiche, storiche, religiose – sono sovrastrutture che alla fin fine non hanno alcun valore.

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